Paresh Chattopadhyay
IL CONTENUTO ECONOMICO DEL SOCIALISMO
MARX CONTRO LENIN
Il socialismo di Marx consiste in una società di liberi produttori che abolisce la proprietà privata dei mezzi di produzione, i rapporti mercantili,il lavoro salariato e lo stato.Il socialismo di Lenin,pur prevedendo la abolizione della produzione di merci,non elimina completamente il lavoro salariato ed è basato sulla proprietà statale dei mezzi di produzione,identificata come proprietà sociale. In tal modo il socialismo di Lenin risulta essere estremamente differente dalla prospettiva di emancipazione di Marx basata sull'Associazione.
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Con il crollo dei cosiddetti regimi "comunisti" nell'Europa Orientale e nell'ex URSS, lo stesso Marx è stato messo in discussione da molti,inclusi i radicali di sinistra.Nel seguente articolo cerco di mostrare una visione coerente del socialismo di Marx -in special modo il suo contenuto economico- andando a riprendere i suoi testi originali.Alla luce delle idee di Marx ,esaminerò poi la prospettiva socialista del fondatore di ciò che è divenuto il sistema sovietico,in cui considero il socialismo di quest'ultimo come pura categoria teorica (economica) astraendo dalla sua pratica (concreta).
Occorre sottolineare che questo lavoro si pone esclusivamente su un livello teorico e non prende affatto in considerazione come la teoria di Marx possa guidare i suoi seguaci nelle modalità con le quali viene instaurata la nuova società.
INTRODUZIONE E PUNTO DI VISTA GENERALE
Il comunismo o il socialismo per Marx (in lui sono termini equivalenti) è una società di lavoratori liberi e associati che deve passare (per lo meno) attraverso due fasi successive.L'autoemancipazione del proletariato e di conseguenza la sua autodistruzione (come proletariato) è un processo prolungato che inizia con l'instaurazione del suo potere politico e procede attraverso un intero periodo di trasformazione che cambia le condizioni e gli individui nella prospettiva della futura (libera) Associazione.Nella nuova società basata direttamente sul lavoro sociale,sia la distribuzione del lavoro (in termini di tempo) sia la distribuzione dei prodotti del lavoro nella società non saranno mediate dalla forma merce-denaro.In accordo con i nuovi rapporti sociali di produzione,i vecchi rapporti di proprietà saranno trasformati nell'appropriazione diretta (collettiva) dei mezzi di produzione da parte della società,non mediati dallo stato, che cesserà di esistere.La distribuzione della parte consumabile del prodotto sociale complessivo tra gli individui della nuova società,sarà,nuovamente,effettuata dalla società stessa - la forza lavoro non essendo mediata dalla forma salariale di remunerazione,cesserà di esistere come una merce- in relazione al contributo dato dal lavoro individuale al lavoro sociale complessivo (almeno nella prima fase della Associazione).
Lenin,al contrario di Marx,distingue il socialismo dal comunismo,identificandoli,rispettivamente,con la prima e la seconda fase della futura società considerate da Marx .Lenin concepisce l'economia socialista in termini di proprietà sociale dei mezzi di produzione che,diversamente ancora una volta da Marx,egli identifica con la proprietà dello stato (della classe operaia).In merito ai rapporti di scambio Lenin è notevolmente in accordo con Marx per quanto riguarda l'eliminazione delle merci nel socialismo.Per quanto riguarda la distribuzione dei mezzi di consumo,Lenin,pur accettando il principio marxiano per quanto riguarda la prima fase del comunismo,introduce due elementi assenti nella concezione di Marx:vale a dire, lo stato che rafforza i "diritti borghesi" ancora esistenti e presuppone che la remunerazione del lavoro dei cittadini,sottoforma di salario,venga assunta dallo stato.In breve, il concetto di proprietà pubblica nel socialismo di Lenin è più vicino al socialismo della Seconda Internazionale che alla prima fase del comunismo di Marx.
Comunque esaminerò in un secondo momento il socialismo di Lenin -la base dell'ideologia comunista post-leninista- alla luce del punto di vista di Marx,rispetto al socialismo di Marx,concepito come una libera unione di produttori in condizioni di produzione che eliminano la proprietà privata dei mezzi di produzione,dei rapporti mercantili e del lavoro salariato ed anche dello stato -tutti simboli della alienazione umana- che ci appare essere il progetto di emancipazione sociale definitivo,in completa armonia e per questo meritevole di essere studiato come tale.
MARX
Anche se Marx non ha lasciato nessun "Programma" per il socialismo egli ci ha lasciato una quantità di materiale sufficiente per avere una chiara idea della società che egli pensava dovesse succedere al capitalismo. Inizierò con le sue idee sulla transizione al socialismo come preludio alla nostra discussione sulle sue idee relative alla economia socialista.
TRANSIZIONE AL SOCIALISMO
E' ben noto che contrariamente agli altri socialisti -in particolare agli anarchici- Marx sottolinea la necessità di un periodo di transizione tra il capitalismo ed il socialismo.Nelle questioni poste da Marx sull'argomento,si debbono comprendere due punti fondamentali.Primo che il socialismo non consiste nella transizione tra il capitalismo ed il comunismo ed,in secondo luogo,non vi è una specifica "società di transizione"tra le due forme;vi è solo il periodo di "transizione" durante il quale la vecchia società viene trasformata nella nuova. Il punto di partenza in queste condizioni è che Marx ,contrariamente alle credenze più diffuse, non fa distinzione tra socialismo e comunismo.Per lui sono definizioni che si possono usare alternativamente per lo stesso tipo di società per la quale usa anche altri termini come "Associazione","Unione","società dei produttori",ecc.E' la medesima società che passa attraverso una fase "più bassa" ed una "più alta".
E' stato Lenin che per primo,nel 1917, sembra aver operato una distinzione tra socialismo e comunismo.Questa posizione leninista è stata accettata perchè considerata propria di Marx.Una conseguenza di ciò è stata l'assunzione falsa che il socialismo è la transizione al comunismo (Szamuely 1974;Ollman 1978;Sweezy 1980:136;Nove1983:10; Miliband 1991).
Ora il socialismo,anche quando venga considerato,in accordo con Lenin,come la prima fase del comunismo di Marx,
evidentemente è già la nuova società e non può essere la transizione alla stessa società.Invece il periodo di transizione di Marx si riferisce a quello che precede la prima fase del comunismo .Confondere ancora la transizione di Marx con la prima fase,dove i produttori hanno cessato di essere proletari,significherebbe far volatilizzare il lungo processo di autoemancipazione dei produttori e trasformare le posizioni di Marx in quelle di Bakunin.
Secondariamente non vi è,in Marx,una specifica società di transizione basata su uno specifico modo di produzione transitorio interposto tra il capitalismo ed il socialismo (comunismo).Significativamente,Marx parla invece di un periodo politico di transizione durante il quale la società capitalista viene trasformata,in modo rivoluzionario,nel suo opposto,il socialismo.Marx immagina solamente una società che prende il posto di quella capitalista.Questa "società non-capitalista",come viene chiamata da Marx,è semplicemente ciò che egli definisce come "società comunista" o come "costituzione socialista dell'umanità" (Marx 1973a:316;1984a:318;1976a:327;1964:99;1984b:88)
A questa società corrisponde un nuovo modo di produzione che Marx definisce "modo di produzione associato"(da quì in poi rappresentato con AMP)(Marx 1964:456,621;1984b:440,607).Marx,in realtà,parla in modo specifico del modo di produzione capitalistico stesso come la transizione verso il AMP(Marx 1962b:426;1978c:429):Tale affremazione non dovrebbe sorprendere un attento lettore dei testi di Marx,da ciò ne consegue la natura della stessa rivoluzione proletaria così come veniva affrontata da lui.
In primo luogo,è il capitalismo che crea le condizioni materiali per la sua distruzione come pure le condizioni per la creazione della nuova società sia a causa della sua tendenza verso l'universale sviluppo delle forze produttive sia per la socializzazione del lavoro e della produzione (Marx 1962a:790-91;1978a:714-15;1962b:312;1978c:315;1953:635-36;1969:88).Tuttavia il capitale ( d'ora innanzi inteso come una relazione) non viene rivoluzionato automaticamente all'interno del capitalismo stesso. E' il lavoro cosciente dei "becchini" del capitalismo che permette di eliminare il capitale.E quì interviene la specificità della rivoluzione proletaria. Diversamente dalla borghesia che ha iniziato a scalzare i rapporti di produzione pre-capitalisti ed a sussumere il lavoro molto tempo prima di conseguire il potere statale,il proletariato deve in primo luogo conquistare il suo potere politico in modo da avviare il processo di trasformazione.
Da questo punto in avanti inizia il processo di rivoluzionamento del modo di produzione borghese,ed esso continua finchè non viene trasformato interamente.Questo è il significato profondo di ciò che Marx definisce "periodo rivoluzionario ditrasformazione"dominato dal potere proletario.
Marx non ha mai ammesso che il modo di produzione borghese svanisce all'indomani dell'instaurazione dello stato della classe operaia, e nemmeno che l'intero processo dovrebbe durare un tempo relativamente piccolo.Ciò risulta evidente nei suoi ben noti scritti sulla Comune di Parigi del 1871 così come nella sua polemica con Bakunin quattro anni dopo,però in modo piuttosto criptico..
L'intera concezione viene condensata nella caratterizzazione che Marx da del periodo di transizione come " travagli di una lunga nascita" nel grembo della vecchia società.L'appropriazione collettiva delle condizioni della produzione da parte dei produttori stessi,che sola può introdurre la (libera) Associazione,attraverso l'azione completa del potere proletario è certamente un processo storico di lunga durata.Mentre l'eliminazione giuridica della proprietà privata individuale - dei mezzi di produzione con la loro contemporanea centralizzazione nelle mani dello stato proletario - è indispensabile per espropriare la borghesia,ciò non significa di per se la appropriazione collettiva da parte della società e non implica la fine del capitalismo.Queste sono solo le misure iniziali che portano verso la fine del modo di produzione capitalistico..Finchè il capitale vanifica i produttori,anche se viene sottoposto a trasformazioni,essi non cessano di essere proletari.Di conseguenza,il potere proletario continua durante l'intero periodo di transizione,il periodo in cui i lavoratori si preparano alla (auto)emancipazione.
I RAPPORTI DI PRODUZIONE SOCIALISTI
Occorre sottolineare che per Marx l'autoemancipazione del proletariato dovrebbe implicare automaticamente l'emancipazione dell'umanità in generale poichè nel capitalismo - l'ultima struttura sociale antagonistica della "preistoria" dell'umanità - non esistono classi inferiori al proletariato.In perfetto accordo con questa premessa relativa all'emancipazione,la struttura economico-sociale che subentra al capitalismo è fondata su un modo di produzione completamente nuovo,l'AMP,e spesso questa nuova società viene definita come "Associazione" oppure "Unione" (Marx 1965:136;1966b:77;1970:53;1976a:236;1962a:92;1978a:82).Questa Associazione -corrispondente al socialismo o al comunismo - assieme al conseguente AMP,che in Marx ha un profondo significato di emancipazione,in seguito sarebbe stata presa come riferimento solo raramente,con questi contenuti, dalla maggior parte di coloro che si sono definiti suoi sostenitori ed inoltre sarebbe stata offuscata dall'uso rituale del termine "socialismo".Unione o Associazione,questo contesto ha un doppio senso,significa una unione volontaria e non mediata da alcuno di individui che sono tutti produttori (in quanto hanno cessato di essere proletari) ed è fondata in secondo luogo sulla unione- di nuovo non obbligata e non mediata -tra i produttori e le condizioni della produzione,create da loro stessi.Questa Unione perciò costituisce una doppia negazione della alienazione individuale:da parte degli altri individui della società così come da se stessi (attraverso l'alienazione del prodotto di ogniuno)
Questa Unione,l'esatto opposto della separazione capitalistica,non è tuttavia la restaurazione delle unioni più antiche (primitive) in entrambe le loro versioni come la schiavitù-servitù della gleba o il libero (salariato) come il "comunismo naturale" o la piccola impresa familiare visto che nessuna di loro è adatta allo sviluppo del lavoro come lavoro sociale o allo sviluppo delle forze produttive.Per raggiungere questo fine la società deve portare ai massimi livelli il processo di separazione tra i produttori e le condizioni della produzione che in quanto tali permettono - attraverso l'antagonismo - sia la socializzazione del lavoro sia l'universale sviluppo delle forze produttive.Di conseguenza la nuova unione viene costruita sulle basi delle conquiste dell'era capitalista.In tale senso profondamente dialettico,il capitalismo stesso costituisce la transizione al socialismo.(Marx 1962b:419;1978c:422-23;1969:88; 1976a:327).
Nella Associazione gli individui sono liberi nel senso che nei rapposrti di produzione non vi è più alcuna "dipendenza personale"come nel periodo precapitalista e nemmeno alcuna"dipendenza materiale"come nel capitalismo(Marx 1953:75;).Allorchè i lavoratori cessano di essere proletari,il lavoro perde il suo significato più primitivo.Esso non è più un impiego occupazionale,con lo scopo di provvedere alla sussistenza,ma viene trasformato in una attività libera e cosciente - orientata verso lo sviluppo della essenza umana individuale.Così in questi nuovi rapporti di produzione sociali,si verifica la completa de-alienazione degli individui sia dalla loro specie sia dalle proprie creazioni materiali.In contrasto con le "false" comunità finora esistite che erano una astrazione,un potere autonomo che pone a confronto e sottomette il singolo individuo,si viene a formare ora una "vera" comunità i cui membri si sono sviluppati universalmente come "individui sociali"che sottomettono al loro controllo i loro rapporti sociali(Marx 1966a:252-53;1953:593;1962a:92;1978a:82-83).In modo del tutto appropriato Marx considera il socialismo come l'inaugurazione della storia dell' umanità che si lascia alle spalle la sua "preistoria".
I RAPPORTI DI PROPRIETA'
In contrasto con la notevole estensione con cui Marx ha sviluppato lo studio dei rapporti di proprietà del passato,egli,rifiutando di insistere in progetti "utopici",dice molto di più sul superamento nella nuova società di quei rapporti del passato piuttosto che dire qualcosa sulle forme specifiche che assumeranno i rapporti di nuovo tipo.
Con la trasformazione dei rapporti (sociali) di produzione,vengono trasformati anche i rapporti di proprietà dei mezzi di produzione,che sorgono,come sempre avviene,dai rapporti di produzione stessi.I rapporti di proprietà sono semplicemente l'espressione legale dei rapporti sociali di produzione (Marx 1958a:13;1970:181;1966b177;1970:318).
Nel caso della Associazione vi è stata una certa confusione sulla questione dei rapporti di proprietà .La tendenza dominante all'interno dei marxisti,a cominciare dalla Seconda Internazionale,è stata quella di interpretare la "proprietà privata"capitalista dei mezzi di produzione in termini di proprietà individuale (privata) - includendo occasionalmente la proprietà corporativa -ed identificare la sua eliminazione giuridica con la instaurazione di ciò che abitualmente viene chiamata "proprietà socialista" e con essa l'abolizione del capitalismo stesso.Prima di procedere ulteriormente riteniamo che non sia fuori luogo una piccola digressione su questa questione.
In Marx la proprietà privata dei mezzi di produzione possiede due significati.In primo luogo ,di significato fondamentale,i mezzi di produzione sono proprietà privata quando una parte della società possiede il monopolio su di essi,in altre parole quando questi sono proprietà di classe.Il capitalismo non è diverso dalle altre società di classe a questo proposito,ma in esso i mezzi di produzione - proprietà (privata) di classe - costituiscono il capitale in virtù della loro separazione dai produttori immediati.Data questa separazione è la "non-proprietà" o "proprietà alienata"dei mezzi di produzione da parte dei lavoratori (salariati) che rende i mezzi di produzione (capitalisti) proprietà privata (nel senso fondamentale di classe)(Marx 1962b:458;1978c:460;1969:30).In secondo luogo la proprietà privata dei mezzi di produzione d'altro canto si riferisce all'uso comune,che consiste nella proprietà di individui privati opposta alla proprietà collettiva.(Marx 1962a:789;1978a:713).
Nel contesto di questo secondo significato Marx dimostra che la proprietà privata del capitalista sorge dalle rovine della proprietà privata dei piccoli produttori indipendenti divenuta nelle sue ultime fasi autodistruttiva.Ad uno stadio particolare della accumulazione del capitale,la proprietà capitalista cessa di essere proprietà privata dei capitalisti - nel senso individuale - e diviene proprietà capitalistica collettiva,assumendo,a causa di ciò,un carattere "direttamente sociale",senza peraltro che si verifichi l'abolizione del capitalismo.Con il limite massimo di centralizzazione del capitale,Marx immagina anche l'esitenza di un singolo capitale (di proprietà singola) che sovrasta l'intera economia e che esclude di conseguenza l'esistenza di capitali privati separati(Marx 1962a:655-56;1978a:588).
Benchè,in questo secondo significato marxiano,la proprietà del capitalista privato cambia la sua forma in corrispondenza delle esigenze dell'accumulazione del capitale,la proprietà del capitalista privato come proprietà di classe è necessariamente invariante con l'esistenza del capitale stesso.Perciò,dal momento che all'interno del capitalismo è perfettamente possibile l'abolizione giuridica della proprietà privata del capitalista individuale ,la proprietà di classe "invisibile" nel capitale non può essere eliminata giuridicamente,in quanto equivarrebbe ad abolire i rapporti di produzione borghesi - la cui espressione giuridica è questa stessa proprietà - attraverso semplici decreti legge.La proprietà capitalista sui mezzi di produzione viene eliminata solamente attraverso l'eliminazione dei rapporti di produzione capitalisti.
Naturalmente nel socialismo la proprietà delle condizioni della produzione è collettiva (al livello della società).Nella nuova società,ovviamente,non esiste la proprietà privata delle condizioni della produzione.Di fatti ,una delle "misure iniziali" del potere proletario,come abbiamo visto precedentemente,è l'eliminazione giuridica della proprietà capitalista individuale.Tuttavia,considerando che l'instaurazione del potere proletario non implica immediatamente la "vittoria del socialismo",allo stesso modo l'assunzione da parte dello stato proletario dei mezzi di produzione non significa ipso facto che vi sia la "proprietà sociale" delle condizioni della produzione.E' il rivoluzionamento dei rapporti di produzione borghesi che determina il rivoluzionamento dei rapporti borghesi di proprietà e la creazione nella nuova società della "proprietà sociale" delle condizioni della produzione.
Anche se la proprietà capitalista è sorta dalle rovine della proprietà dei produttori indipendenti,"l'espropriazione degli espropriatori"non significa ritornare alla proprietà privata dei produttori individuali.Essa non istituisce la proprietà privata ma la proprietà individuale (Marx 1962a:791;1978a:715) la quale sorge da ciò che Marx chiama "abolizione positiva (sublimazione)" della proprietà privata dei mezzi di produzione.La proprietà individuale significa quì l'auto-appropriazione dell'essenza umana da parte dell'individuo che è ora inserito in un universale sviluppo sociale individuale.E' l'autoaffermazione sociale dell'individuo che costituisce un ritorno cosciente alla propria essenza umana e ciò è possibile solo in una comunità "vera", in cui non esiste l'alienazione.Questa "proprietà individuale" in tal caso significa l'appropriazione delle condizioni della produzione da parte dell'individuo sociale.Mentre tutte le forme precedenti di appropriazione avevano naturalmente un carattere limitato,l'appropriazione sociale da parte degli stessi produttori - ovvero l'appropriazione da parte dell'individuo sociale - possiede un carattere universale,totalizzante.Tutto questo in primo luogo a causa del fatto che nella vecchia società vi era una condizione di totale deprivazione dei produttori e secondariamente poichè lo sviluppo delle forze produttive,che a questo punto sono state appropriate,hanno gà raggiunto nel capitalismo un carattere universale- anche se in forma antagonistica - e possono essere appropriate (non in modo antagonistico) solo collettivamente,e quindi da parte della società (dei liberi produttori).Ed è per questo motivo che vi è uno sviluppo individuale all'interno dell' "individuo totale".(Marx 1966a:99;1973b:67-68;1976a:34-36;1953:635;1971:75).Così come la proprietà privata delle condizioni della produzione ha caratterizzato a diversi stadi la "preistoria" dell'umanità - ed il capitalismo è l'ultimo di questi stadi - nello stesso modo la proprietà individuale,con questa ricchezza di significato poco usuale,caratterizzerà la "storia" dell'umanità.
RAPPORTI DI SCAMBIO
Come i rapporti di proprietà,anche i rapporti di scambio sono sottoposti a trasformazioni che corrispondono ai mutamenti dei rapporti sociali di produzione.Come nelle società precedenti,nel socialismo continua ad essere operante sia lo scambio materiale degli individui con la natura sia lo scambio sociale tra loro stessi.Tuttavia in questa condizione vi è una profonda trasformazione che corrisponde ai rapporti di produzione ormai modificati.
Così come negli scambi materiali tra gli individui e la natura,mentre il modo di produzione capitalistico - confrontato con i modi di produzione precedenti - rende gli esseri umani meno dipendenti dalle forze della natura grazie ad una progressiva sottomissione di queste forze all'intelligenza umana attraverso un incremento delle forze materiali della produzione mai visto precedentemente,cioè la tecnologia,nello stesso tempo,danneggia l'ambiente naturale minando le potenze naturali della terra assieme a quelle dei produttori,che sono le due fonti di tutte le ricchezze (Marx 1953:597;1962a:529-30;1978a:474-75;1964:821;1984b:813;1976a:327). Nell'AMP - al contrario dei modi di produzione precedenti - gli individui sociali non solamente liberano se stessi dalle forze cieche della natura attraverso una razionale regolazione dei loro scambi materiali con la natura stessa ma anche mantenendo questi scambi nelle condizioni più dignitose ed in piena conformità con la loro natura umana(Marx 1964:828;1948b:820).
Una volta introdotti i rapporti di scambio tra le persone,tutti gli scambi di lavoro tra due individui vengono regolati gerarchicamente (come nelle società precapitalistiche) oppure attraverso la forma valore (generalizzata),compreso lo scambio tra lavoro oggettivato e lavoro oggettivato così come tra lavoro oggettivato e lavoro vivo;nell'AMP tutto questo viene a cessare.In queste condizioni al contrario vi è "libero scambio" tra gli individui sociali,cioè,scambio delle loro attività determinato dai loro bisogni collettivi e che si basano sull'appropriazione sociale (ed il controllo) delle condizioni della produzione(Marx 1953:77,88).
In altre parole,nelle nuove condizioni lo scambio di lavoro assume la forma di scambio non-mediato di attività tra i produttori associati.Nella società priva di alienazione i prodotti non necessitano di lavoro individuale per essere poi scambiati in modo da essre considerati per quello che realmente sono,cioè sociali.Il lavoro individuale è,per definizione,sin dall'inizio un diritto sociale.Naturalmente in questa società i rapporti sociali di produzione cessano di presentarsi come cose(indipendenti dai produttori) e cessano di assumere una forma rovesciata,mistificata.Ciò perchè, in accordo con Marx,anche nella"prima fase" del socialismo (comunismo),fondata sull'AMP,la produzione di merci non esiste più.Così,dopo aver concepito il socialismo come una società di liberi produttori associati,è perfettamente logico per Marx presupporre che tale società esclude la produzione di merci basata,come egli afferma,sulla "alienazione universale"mentre è prfettamente coerente nell'escludere,nell'Associazione,le altre categorie dell'alienazione come la proprietà privata,la remunerazione salariale e lo stato.
I RAPPORTI DI DISTRIBUZIONE (E LA PIANIFICAZIONE)
In ogni società la distribuzione (da un punto di vista economico) può essere considerata sia come distribuzione delle condizioni della produzione sia dei prodotti dove la distribuzione di questi ultimi è determinata dalle condizioni della prima.La distribuzione delle condizioni della produzione include poi la distribuzione degli strumenti della produzione e dei membri della società che lavorano nelle differenti sfere della produzione.Infatti la distribuzione delle condizioni della produzione corrisponde alla distribuzione del tempo di lavoro sociale complessivo (morto e vivente) in tutta l'economia.Sotto quest'aspetto la distribuzione delle condizioni della produzione è un "momento" della produzione stessa oppure un aspetto dello stesso modo diproduzione(Marx1958a:255;1964:890;1984b:883;1966b:180;1970:321) Prenderemo in esame prima la distribuzione delle condizioni della produzione,cioè del tempo di lavoro,e poi la distribuzione dei prodotti.
Il tempo di lavoro sociale si riferisce al tempo che la società dedica alla produzione.La regolazione della produzione attraverso una particolare distribuzione del tempo di lavoro sociale destinato ai differenti rami della produzione è comune a tutte le società.D'altro canto,in termini generali,un'altro aspetto si riferisce alla assoluta abbondanza dello stesso tempo di lavoro (disponibile)della società.Vi è un bisogno di economizzare il tempo di lavoro complessivo della società dedicato alla produzione non solo dovuto all'incremento dell'efficienza delle forze produttive ma anche per liberare sempre più tempo disponibile agli individui della società per i loro piaceri ed il loro sviluppo individuale.Così tutta l'economia alla fine si riduce alla economia di tempo.Tuttavia ,benchè l'economia di tempo e la sua distribuzione nella società si manifestano in modi diversi nelle dieffernti società, Marx afferma che in una società basata sulla produzione collettiva questi assumono un carattere talmente diverso da costituire la "prima legge economica" di questa stessa società(1953:89).
La allocazione del tempo di lavoro sociale nelle varie branche è un problema di uso in proporzioni adeguate della seguente alternativa.Se viene destinato più tempo ad alcuni settori della produzione ne resterà di meno per i rimanenti.Questo problema della allocazione,comune a tutte le società,viene risolto in modo diverso a seconda del tipo di società.Così mentre nel capitalismo la disttribuzione del tempo di lavoro della società è mediato dalla forma valore dei prodotti del lavoro,nella nuova società il problema viene risolto in maniera cosciente e con una pianificazione senza il bisogno di far apparire i rapporti sociali come rapporti tra cose (Lettera di Marx ad Engels e a Kugelmann,8 Gennaio 1868,11 Luglio 1868.Marx 1972:159,185-86).
All'interno dell'ampio contesto relativo alla allocazione nella società del tempo di lavoro disponibile,vi sono ancora due particolari condizioni di fronte alle quali si trovano tutte le forme economiche.La prima è relativa alla sostituzione dei mezzi di produzione che vengono consumati o che subiscono un logoramento nel corso del tempo.Data una fluttuazione della massa relativa alle parti durevoli dei mezzi di produzione - in funzione dei mutamenti dei bisogni di consumo - e la necessità di mantenere un livello corrispondente della massa di materie prime e dei prodotti intermedi,il problema è come si possa realizzare la riproduzione dei mezzi di produzione (nella loro totalità).Poichè il capitalismo risolve questo problema in maniera anarchica,la soluzione reale consiste in una " continua relativa sovraproduzione" di mezzi di produzione,cosa possibile solamente quando la società controlla e pianifica coscientemente il processo di produzione nella sua riproduzione,ovvero nel socialismo.(Marx 1973a:465;1984a:473).
Il secondo problema si riferisce all'intervallo di tempo esistente tra lo sfruttamento delle risorse e l'ottenimento da queste di valori d'uso.Questo intervallo è naturalmente maggiore in alcuni settori della produzione,minore in altri. Anche questa è una condizione che non dipende da un modo di produzione specifico.Il problema della allocazione delle risorse ai settori della produzione caratterizzati da intervalli temporali maggiori,in confronto con altri in cui l'intervallo temporale è minore,nel capitalismo,in cui questi ultimi non vengono considerati,viene risolto post festum e a costo di turbamenti durevoli,.mentre nella società dei AMP la scala di operazioni necessarie e la allocazione delle risorse dovrebbe essere coscientemente calcolata e pianificata anticipatamente e di conseguenza il tempo di lavoro complessivo.Marx osserva che da un punto di vista puramente oggettivo la necessita di un simile calcolo per esempio,aumenta con il carattere sempre più sociale della produzione nel capitalismo confrontato con la produzione semplice di merci.Supposto che il socialismo corrisponda anche al livello più alto della scala della socializzazione e che sia una società coscientemente pianificata ,la necessità di simili calcoli ("contabilità" sociale) è ancora maggiore nella AMP in rapporto a qualsiasi modo di produzione che l'ha preceduta.(vedi Marx 1973a:137,316-17,358;1984a:
138,318,362).
Nell'AMP non solamente occorre ripartire il tempo di lavoro tra le diverse branche della produzione in modo diverso rispetto al capitalismo,ma nella nuova società assume un carattere diverso la diminuzione del tempo di lavoro complessivo che la società dedica alla produzione materiale.La creazione di tempo disponibile,attraverso la minimizzazione del tempo di lavoro complessivo,significa,per tutte le società di classe,non tempo di lavoro per la non produzione di pochi.Tuttavia,al contrario di tutti i modi di produzione precedenti,il capitalismo si sforza continuamente di aumentare,oltre il tempo di lavoro necessario per i produttori,il suo surplus di tempo di lavoro,l'appropriazione del quale come plusvalore viene considerato come la ricchezza della società,dandosi così come obiettivo non il valore d'uso di una merce ma il suo valore di scambio.Il pluslavoro rappresenta il lavoro dell'operaio/a al di là dei suoi bisogni.Questo è,infatti,lavoro per la società che (nel capitalismo) il capitalista si appropria in nome della società.Il pluslavoro è alla base del tempo libero della società e,nello stesso tempo,la base materiale dello sviluppo dei molteplici aspetti della società stessa.
Tuttavia,dal momento che il capitalismo,da una parte,crea tempo disponibile mentre dall'altra parte trasforma questo tempo disponibile in tempo di pluslavoro da trascorrere,in ultima analisi,nelle crisi di sovrapproduzione e quindi alla sua non valorizzazione,il processo è contraddittorio.La contraddizione viene superata nell'AMP.Prima di tutto,in condizioni di appropriazione sociale delle condizioni della produzione,la vecchia distinzione tra tempo di lavoro necessario e tempo di pluslavoro perde il suo significato .D'ora in avanti il tempo di lavoro necessario sarà misurato in termini di bisogni dell'"individuo sociale",non più in termini di necessità di valorizzazione.Analogamente l'incremento di tempo disponibile non significa alla lunga tempo di non lavoro per i pochi.Esso è tempo disponibile o libero - al di là del tempo di lavoro - per tutti gli "individui sociali".Ora la ricchezza della società viene valutata in base al tempo libero ed alla riduzione del tempo di lavoro della società stessa.E ciò in un doppio significato:in primo luogo questo incremento indica che il tempo di lavoro produce sempre più ricchezza dovuta allo straordinario sviluppo delle forze produttive,non condizionate dalle vecchie contraddizioni - il benessere a favore della ricchezza di tutti gli"individui sociali".In secondo luogo,lo stesso tempo libero implica una ricchezza in un significato inconsueto poichè significa il godimento di diversi tipi di prodotti e permette inoltre una libera attività che diversamente dal tempo di lavoro non è determinata da qualche finalità esterna che deve essere soddisfatta come necessità naturale oppure come un obbligo sociale.
D'altro canto,lo stesso tempo di lavoro,che è la base del tempo libero,assume un nuovo significato.Ora il lavoro è direttamente sociale,non mediato in maniera gerarchica o dalla forma valore dei suoi prodotti e,privato del suo antico carattere antagonistico,possiede una qualità completamente nuova in confronto con quello che viene manifestato dalle "bestie da soma".Esso è ora veramente lavoro sociale (Marx 1962b:255-56;1978c:257).Tuttavia il tempo di lavoro,data la sua determinazione da finalità esterne,rimane nel regno della necessità,non appartiene al regno della libertà che si pone al di là della sfera della produzione materiale e da quì è accessibile solo andando al di là del tempo di lavoro che è tempo libero.Di conseguenza,come osserva Marx,il regno della libertà può svilupparsi solo sulla base del regno della necessità(1964:828;1984b:820).
Ora prendiamo in esame un'altro aspetto importante della distribuzione nel socialismo,che riguarda la divisione del prodotto sociale tra le necessità della produzione della società e le necessità di consumo ed anche la distribuzione dei mezzi di consumo tra gli "individui sociali".
Per quanto riguarda il primo problema,una parte del prodotto sociale serve come fondo comune che comprende sia la sostituzione sia l'espansione dei mezzi di produzione ed anche fondi di assicurazione e di riserva per far fronte alle avversità.Il restante viene utilizzato come beni di consumo collettivo - soprattutto per la salute,l'educazione, per provvedere a coloro che sono inabili al lavoro - e per il consumo individuale (Marx 1962a:92-93;1978a:83;1966b:177-78;1970:318-19).
Quanto al modo di distribuzione dei beni di consumo tra i singoli produttori,è completamente conseguente al modo in cui vengono distribuite le condizioni della produzione.Poichè nel socialismo i produttori sono tutt'uno con le condizioni della produzione essi,tanto per cominciare, non sono più venditori della loro forza lavoro e la forma del salario come remunerzione del loro lavoro cessa di essere un diritto per quanto riguarda la "prima fase" della nuova società.In essa i lavoratori non ricevono un salario dalla loro (libera) Associazione ma una sorta di gettone che indica il tempo di lavoro col quale essi hanno (individualmente) contribuito al tempo di lavoro sociale - una volta operate le deduzioni per i fondi comuni.Questi gettoni permettono ai lavoratori di attingere dalle riserve sociali dei beni di consumo una quantità di valore corrispondente alla stessa quantità di lavoro.Naturalmente in assenza della produzione di merci questi gettoni non sono denaro,non possono circolare.(Marx 1962a:109-10;1978a:97-98;1973a358;
1984a:362; 1966b:178;1970:319).
Nella prima fase della Unione,il diritto dei produttori individuali di ricevere beni di consumo in misura proporzionale al loro contributo in lavoro (dopo le deduzioni necessarie) corrisponde ad un "diritto eguale" nel senso che la misura utilizzata viene fatta con uno "standard eguale",il lavoro,grazie all'eguale diritto è,nello stesso tempo,"ineguale",dato un contributo ineguale da parte del produttore individuale.Per quanto una determinata quantità di lavoro in una forma viene scambiata con una eguale quantità di lavoro in un'altra forma,il principio che ne consegue è lo stesso di quello che prevale nella produzione di merci,nonostante che i prodotti hanno cessato di assumere la forma di merce.
Dato che il principio che determina la distribuzione tra gli individui è determinato dal contributo lavorativo di ogniuno,assumendo il criterio delle merci-equivalenti e non (ancora) i bisogni umani,questo diritto eguale-ineguale è ancora all'interno di una ottica borghese,è un "diritto borghese".Il criterio dei bisogni dell'umanità subentrerà completamente solo in una fase superiore della società.
LENIN
Negli scritti di Lenin antecedenti il 1917 il socialismo appare raramente come categoria teorica inerente la società futura.L'immagine del socialismo di Lenin si è rivelata chiaramente pochi mesi prima della conquista del potere.La questione del socialismo come pura categoria teorica viene sviluppata e prevalentemente limitata al suo scritto Stato e Rivoluzione,un lavoro che rimarrà incompiuto.La preoccupazione di Lenin nel periodo successivo all'Ottobre era relativa ai problemi concreti nella costruzione di ciò che egli concepiva una società socialista,i problemi della transizione verso ciò che egli considerava una economia socialista da una economia arretrata,semi-capitalista in una condizione di ostilità internazionale.Tuttavia,successivamente,nei suoi scritti posteriori all'Ottobre appaiono delle formulazioni relative al socialismo dedicate ai problemi concreti della sua costruzione.In ogni occasione le considerazioni che Lenin fa a livello teorico sulla economia socialista sono decisamente meno elaborate di quelle inerenti ad altri fattori relativi alla teoria ed alla pratica rivoluzionaria.In secondo luogo,il socialismo di Lenin manca di molti aspetti del socialismo considerato da Marx.La continua preoccupazione di Marx in merito al problema dello sviluppo dell'individuo(i) sociale,che ha superato l'alienazione in base all'autoemancipazione dei produttori,non viene presa molto in considerazione da Lenin.Per esempio,risulta vano ricercare in Lenin una discussione relativa alla distribuzione del tempo di lavoro nella società oppure l'aspetto dialettico del tempo disponibile della società ,argomenti questi che trovano un posto così rilevante nella elaborazione sulla evoluzione dell'individuo sociale in Marx.Per cui la struttura del socialismo di Lenin è sostanzialmente più arretrata di quella di Marx.
IL SOCIALISMO COME PROPRIETA' PUBBLICA
Lenin distingue il socialismo dal comunismo rapportandoli,rispettivamente,con la prima e la seconda fase del modello di Marx.Inoltre egli parla di due tipi di transizione:uno dal capitalismo al socialismo ed un'altro dal socialismo al comunismo (Lenin 1963b:280;1982a:42,301-302,305;1975:60,305,306,310;1982b:530,541-42;1971:589,600).
In secondo luogo Lenin concepisce il socialismo sostanzialmente in termini di rapporti di proprietà piuttosto che di rapporti di produzione.Per lui il socialismo è "proprietà sociale" dei mezzi di produzione e la proprietà sociale viene considerata equivalente alla abolizione della "proprietà privata".Quest'ultima viene poi definita come proprietà di "individui separati".Lenin poi specifica ulteriormente che la proprietà sociale dei mezzi di produzione ha come significato la proprietà dei mezzi di produzione da parte dello stato della classe operaia (1982a:300,302,669;
1975:305,306,660;1982b:711,712,714;1971:760,761,763).
Ora le due proposte di "transizione" relative alla società futura - che Marx non utilizza in nessuno dei suoi riferimenti - tende ad offuscare la specificità di ciò che Marx chiama "periodo politico di transizione" che conduce verso la società socialista.Il passaggio dalla società capitalista alla prima fase del comunismo è differente in termini qualitativi dal passaggio dalla prima alla seconda fase del comunismo in quanto che la prima implica una rivoluzione dei rapporti sociali di produzione mentre la seconda no.Nella seconda fase non vi è nessuna nuova formazione sociale poichè in essa prosegue il modo di produzione già rivoluzionato per costituire le fondamenta del primo periodo - l'AMP .(Le due fasi non sono caratterizzate da modi di produzione differenti).E non è senza ragione che Marx utilizza la frase "periodo rivoluzionario di trasformazione" solamente per il primo passaggio cui ci si riferisce e non per il secondo.Allo stesso modo si potrebbe sottolineare che la corrispondente distinzione che Lenin fa tra socialismo e comunismo tende a confondere un punto fondamentale di Marx in cui la prima fase del comunismo viene considerata già l'inizio della società dei liberi produttori associati,una società emancipata priva di alienazione.
Secondariamente la concezione del socialismo di Lenin come tale impoverisce considerevolmente la sua connotazione ricca di emancipazione presente in Marx.Poichè il socialismo non viene considerato da Lenin come un insieme di nuovi rapporti sociali di produzione,che costituiscono una libera Associazione,esso viene ridotto ad una particolare forma di proprietà - precisamente la proprietà dello stato (operaio) dei mezzi di produzione,definita proprietà sociale di questi, attraverso l'eliminazione della proprietà privata individuale.Abbiamo visto precedentemente che secondo Marx la proprietà individuale dei mezzi di produzione tende ad essere superata,ad uno stadio particolare del capitalsimo stesso,senza per questo che i mezzi di produzione vengano appropriati socialmente.Al contrario,lungi dall'identificare la proprietà socialista con la proprietà dello stato della classe operaia,il socialismo esclude non solamente la proprietà privata individuale ma anche la proprietà dello stato operaio dei mezzi di produzione.La vera fase iniziale della Associazione,in cui si ha la appropriazione sociale dei mezzi di produzione,appare sulla scena della storia solo alla fine del periodo di trasformazione di cui fa parte lo stato della classe operaia.
SCAMBIO E DISTRIBUZIONE
Ora torniamo a prendere in esame come Lenin tratta la questione dello scambio e della distribuzione nel socialismo.Riguardo ai rapporti di scambio Lenin esclude che nel socialismo vi sia la produzione di merci (e di danaro).La fine del capitalismo dovrebbe significare la "soppressione" della produzione di merci,e la nuova società dovrebbe essere caratterizzata dalla sostituzione del commercio con una distribuzione dei "prodotti" a livello di uno stato ben organizzato in ogni sua parte (1962:151;1963a:121).
Si potrebbe mettere in evidenza che,contrariamente ad una opinione assai diffusa - diffusa particolarmente dai riformatori sovietici più recenti - nel socialismo l'abolizione dei rapporti mercanitili(e del denaro),fu una posizione che Lenin mantenne invariante,relativamente all'economia sovietica,sia nel periodo anteriore alla NEP sia posteriormente ad essa.Ciò che è mutato della prospettiva di Lenin nell'ultimo periodo fu il suo punto di vista relativo alla produzione di merci durante la transizione al socialismo.Contrariamente alla posizione semplicistica da lui assunta durante il "comunismo di guerra" in seguito sottolineò la necessità del partito di "aggrapparsi al mercato come ad una (catena)(fiaccola)(????)" durante il periodo di transizione mentre riaffermava il carattere non mercantile di ciò che egli chiamava lo "scambio socialista dei prodotti"(1982b:530,561,599;1971:589,618,652).
Riguardo alla distribuzione dei beni di consumo nel socialismo,le riflessioni di Lenin sono limitate in modo pressochè assoluto nel V° Capitolo di Stato e Rivoluzione su cui ci si basa in questa discussione.
In merito alla suddivisione tra i singoli produttori della parte destinata al consumo del prodotto sociale complessivo nel socialismo- considerato come la prima fase del comunismo - Lenin per lo più parafrasa la Critica al Programma di Gotha di Marx che abbiamo già esaminato.Tuttavia nel testo Lenin fa riferimento a qualche sua posizione che non è presente in modo specifico in Marx.In riferimento a ciò che Marx definisce i "diritti borghesi" (residui) nella prima fase del comunismo,Lenin ravvisa l'equivalenza tra "lavoro e salario" per tutti i cittadini che ora vengono trasformati in "lavoratori salariati dello stato" dove,inoltre,il rafforzamento del diritto borghese dovrebbe,secondo lui,avere bisogno della presenza dello "stato borghese".
Prendiamo ora in esame le posizioni di Lenin in merito allo scambio ed alla distribuzione nel socialismo.Riguardo ai rapporti di scambio Lenin segue fondamentalmente le indicazioni di Marx in merito alla eliminazione nel socialismo del rapporto merce-denaro.Tuttavia la sua posizione su questo punto non è esente da ambiguità.
Per quanto concerne la distribuzione nel socialismo,considerando l' "equivalenza tra lavoro e salario"per i produttori e considerando questi ultimi come "lavoratori salariati" dello stato,Lenin di fatto introduce nel soccialismo il lavoro salariato
Marx dimostra che il salario come forma specifica di remunerazione del lavoro è caratteristico del capitalismo e nella società dei produttori associati non esiste un sistema salariale,denunciato da Marx come un "sistema di schiavitù" proprio nel testo che Lenin parafrasa.Abbiamo visto precedentemente che la distribuzione dei beni di consumo attraverso i buoni lavoro,come pensava lo stesso Marx,non ha niente a che vedere con la loro distribuzione attraverso la remunerazione salariale.Nello stesso modo,la brillante idea dei "salariati assunti" contraddice il carattere socialista della società.Al contrario,nel suo messaggio inaugurale all'Internazionale (1864),Marx oppone espressamente il"lavoro salariato"(del capitalismo) al "lavoro associato"(del socialismo).
In seguito Lenin ribadisce l'esistenza dello stato nel socialismo.In primo luogo parla di distribuzione dei prodotti da parte dello"stato nella sua accezione più ampia" e di scambio socialista dei "prodotti statali"(1963a:121;1964a:275-76;1964b:207).Ed ancora,come abbiamo visto precedentemente,egli considera nel socialismo i cittadini come lavoratori salariati dello stato che ricevono un salario ed,oltre a ciò, reclama uno "stato borghese"(senza borghesia) per rafforzare il "diritto borghese" nel socialismo. Dovrebbe risultare chiaro che la posizione di Lenin su questo punto è diametralmente opposta a quella di Marx.
Secondo Marx l'esistenza dello stato contraddice l'esistenza della libera Associazione dei produttori.Anche quando il socialismo viene equiparato con la prima fase del comunismo,lo Stato non può esistere.La prima fase del comunismo inizia solo dopo la fine del periodo di trasformazione durante il quale si verifica la fine dello stato (proletario) che lo ha presieduto.La necessità di uno stato borgese che viene addotta per rafforzare il diritto borghese non viene sostenuta in alcun testo di Marx ed è presente solo in un commento di Lenin alla Critica del Programma di Gotha.
La logica di Lenin è veramente confusa.Qualunque "diritto borghese" permane nella sfera della distribuzione,e non richiede un apparato politico particolare,come uno stato (soprattutto uno stato borghese) per rafforzarlo.Marx immagina specificamente che la società stessa distribuisca non solo i buoni lavoro tra i suoi membri ma anche la forza lavoro ed i mezzi di produzione tra i diversi settori della produzione.
I due elementi che Lenin sembra mettere in connessione per pervenire alle sue conclusioni si possono trovare in due sezioni analitiche separate nelle "Note Marginali" del 1875 - una relativa alla distribuzione dei beni di consumo,l'altra allo stato.
Marx parla della distribuzione dei beni di consumo nella nuova società in maniera alternativa nei suoi diversi tipi di lavoro,questione cui ci siamo riferiti precedentemente.Ma in nessuno dei suoi scritti introduce lo stato come fattore per rafforzare il "diritto borghese".Qualsiasi "diritto borghese" permane nella sfera della distribuzione e non richiede un apparato politico per rafforzarlo.Invece Marx immagina in modo specifico che sia la società stessa a distribuire i buoni lavoro tra i suoi membri attraverso l'allocazione della forza lavoro e dei mezzi materiali della produzione tra i differenti settori.Naturalmente da questo momento,come afferma il Manifesto,il potere pubblico nella nuova società non dovrebbe avere più un carattere politico.(1966b:178;1970:319;1973a:358;1984a:362).
Lenin si riferisce ad una questione posta da Marx sulla possibilità che nel comunismo lo stato possa giocare un certo ruolo.Nel passaggio che viene riferito da Lenin,Marx parla della futura trasformazione della "forma stato" piuttosto che dell' esistenza nel comunismo dello stato come tale.Una lettura della parte più importante del testo di Marx mostra chiaramente che,lungi da lui dal porre nella discussione la questione dello stato nel comunismo,(incidentalmente Marx non parla quì della prima fase del comunismo,ma del comunismo come tale) egli semplicemente si riferisce alla confusione (Lassalliana) sulla questione così come essa appare nel "Programma" ed in modo completamente legittimo fa delle considerazioni sulla esistenza di qualche tipo di funzione dello stato nella Associazione.In questo punto viene introdotto lo "stato attuale" per essere utilizzato come una analogia allo stesso modo di come Marx,nella discussione della distribuzione dei beni di consumo nella società futura,introduce lo scambio di merci "proprio per fare un parallelo".Non ne consegue un punto di vista per il quale sia lo stato che i beni di consumo regnino nella Assoiazione.Lo stesso Marx non denuncia,ancora nella Critica al Programma di Gotha,"la fiducia servile nello stato"(come)"estranea al socialismo"?
UNA VISIONE SECONDOINTERNAZIONALISTA
L'economia socialista di Lenin,non facendo chiarezza sulla distinzione tra la produzione ed i rapporti di proprietà,facendo corrispondere l'abolizione giuridica della proprietà (privata) individuale con l'instaurazione dellaproprietà sociale ed identificando quest'ultima con la proprietà dello stato (proletario),si dimostra più vicina alla economia della proprietà statale e pianificata di Lassalle-Kautsky piuttosto che al progetto di emancipazione della "Unione degli Individui liberi".Infine,per quanto riguarda la società futura, Lenin non sembra essere riuscito a superare completamente l'orizzonte limitato della Seconda Internazionale.
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CHE COS'E' IL COMUNISMO
Il processo di produzione nel comunismo non consiste nello sviluppo più allargato dell'espansione del capitale,ma solamente in un processo lavorativo mediante il quale la società ricava dalla natura i mezzi di consumo di cui ha bisogno.Non vengono prodotte merci di valore maggiore ma solo beni d'uso.Come unico criterio economico,
indiscutibilmente necessario in quanto sia la produzione che l'apparato produttivo debbono essere concepiti in conformità con i bisogni sociali,il fattore che potrà essere ancora utilizzato sarà il tempo di lavoro necessario per la produzione di beni.In una economia comunista regolata non sarà più il "valore" ma il calcolo in termini di beni d'uso e di tempo di lavoro immediato richiesto per la loro produzione che risulta essere la forma di espressione necessaria.
Così dal punto di vista del marxismo,le esperienze russe dell'economia pianificata non devono essere classificate come di tipo socialista.La pratica dei russi non è orientata in accordo coi principi comunisti,ma segue le leggi dell'accumulazione capitalista.In questo caso si ha,anche se in forma modificata,una produzione di plus-valore dietro la maschera ideologica della "costruzione del socialismo".Il rapporto salariale è identico a quello della produzione capitalista ed anche in Russia costituisce la base per l'esistenza di una burocrazia crescente con numerosi privilegi;una burocrazia che,sull'onda degli elementi capitalistici privati che sono ancora esistenti,deve essre decisamente considerata come una nuova classe che si appropria del plus-lavoro e del plus-valore.Dalla esperienza russa non si possono ricavare delle conclusioni positive che abbiano una relazione con la produzione e la distribuzione comunista.Essa può offrire solo degli esempi del modo in cui il comunismo non può essere sviluppato.
Le questioni fondamentali relative ad una economia comunista non possono sorgere fino a quando non vengono completamente eliminati il mercato,il lavoro salariato,il denaro ecc.Il fatto che esista il rapporto salariale significa che i mezzi di produzione non vengono controllati dai produttori,ma stanno al di sopra,contro,di essi sottoforma di capitale e questa circostanza inoltre spinge verso un processo di riproduzione sottoforma di accumulazione di capitale.Quest'ultima è,secondo la teoria marxista,per di più a causa della sua validità come una legge delle crisi e del crollo,allo stesso tempo accumulazione di miseria,infatti è per questo motivo che sta aumentando l'immiserimento degli operai russi allo stesso tasso di accumulazione del capitale.La produttività degli operai russi aumenta più rapidamente dei loro salari;essi ricevono una parte relativamente sempre minore dell'incremento del prodotto sociale.Per Marx questa relativa pauperizzazione della popolazione lavorativa nel corso dell'accumulazione è solo una fase della pauperizzazione assoluta;è solo un'altra manifestazione della crescita dello sfruttamento degli operai,ed è quindi poco credibile definire tutto questo come lo sviluppo del socialismo.
Le fondamenta della teoria della socializzazione dei bolscevichi possono essere riassunte come segue:con lo sconvolgimento rivoluzionario,come nel caso della espropriazione di capitale,il potere sui mezzi di produzione ed il conseguente controllo sulla produzione e sulla distribuzione dei prodotti passa nelle mani dell'apparato dello stato.Quest'ultimo organizza ancora i vari settori della produzione in conformità con un piano e li pone,come un monopolio di stato,al servizio della società.Con l'ausilio delle statistiche,l'autorità centrale calcola e determina la quantità e la qualità della produzione,ed anche la ripartizione dei prodotti e dei produttori.
D'accordo,i mezzi di produzione sono passati in questo caso dalle mani degli imprenditori privati in quelle dello stato,tuttavia per quanto riguarda i produttori non è cambiato nulla.Essi esercitano il dominio sui prodotti del loro lavoro nè più nè meno che sotto il capitalismo ed inoltre non esiste ancora il controllo sui mezzi di produzione.Proprio come prima,il loro unico mezzo di sussistenza sta nella vendita della loro forza lavoro.L'unica differenza è nel fatto che essi non sono più obbligati a trattare con il capitalista individuale,ma con il capitalista complessivo,lo Stato,come acquirente della forza lavoro.Nelle concezioni dei teorici bolscevichi,come in quelli socilademocratici,il capitalismo monopolistico ha tuttavia determinato un tipo di produzione matura per la socializzazione;l'unica cosa che rimane da fare è quella di dare una forma socialista alla distribuzione.L'aspetto decisivo della questione è in questo caso relativo alla parte tecnico-organizzativa del processo di produzione;invece dei fattori fondamentali dell'economia comunista:i rapporti economici tra prodotto e produttore ci si basa sul capitalismo monopolistico o ad una copia di esso.
La concezione per cui la mera centralizzazione dei mezzi di produzione nelle mani dello Stato debba essere considerata come una socializzazione,preclude la possibilità della concreta utilizzazione di una unità di conto per realizzare un modello di economia comunista.Il potere centralizzato sulla produzione e sulla distribuzione sociale non ammetteva forme di contabilità grazie alle quali sarebbe stato possibile un processo economico ininterrotto che avrebbe sostituito l'economia monetaria.I tentativi dei Russi verso una economia naturale durante il periodo del "comunismo di guerra" fallirono completamente,e fu ristabilita l'unità di conto del denaro.
Nel capitalismo i mezzi di produzione (mp) ed il lavoro (l) sono sottoforma di capitale costante (c) e capitale variabile (v).I valori c+v possono essre considerati nel modo di capitalistico (di produzione) solo finchè producono plusvalore(s).La formula della produzione capitalistica è c+v+s.Ed è solo perchè mp+l appaiono come c+v ,che è possibile conseguire s.Se il termine c+v scompare,scompare s e viceversa.Ciò che rimane è la forma concreta,materiale di c+v,che è mp+l,i mezzi di produzione ed il lavoro.La formula della produzione comunista è mp+l.
Lo sviluppo di mp ed l procede in ogni società;e non sono altro che "l'interazione materiale tra l'uomo e la natura".La formula c+v+s,tuttavia,è legata storicamente alla società capitalista.Se nel capitalismo ciò che determinava lo sviluppo di c+v era solo l'interesse in s,per cui il bisogno di espansione del capitale prevale sui bisogni sociali,nel comunismo,d'altra parte,sono solo i bisogni sociali che determinano lo sviluppo di mp + l .La formula c + v + s presupponbe scambio tra i proprietari di c + v ed i proprietari di l. Se manca c + v,manca anche il loro scambio.Ciò avverrà finchè mp non avrà cessato di mettere a confronto gli operai sottoforma di capitale,quando il termina mp si riduce solamente a puro strumento della società e nient'altro,allora sarà possibile parlare di economia comunista.Nell'economia comunista il tempo di lavoro come unità di misura potrebbe giocare un doppio ruolo:
"La sua distribuzione compiuta socialmente secondo un piano regola l'esatta proporzione delle differenti funzioni lavorative con i differenti bisogni.D'altra parte,il tempo di lavoro serve allo stesso tempo come misura della partecipazione individuale del produttore al lavoro in comune,e quindi anche alla parte del prodotto comune consumabile individualmente.Le relazioni sociali degli uomini coi loro lavori e con i prodotti del loro lavoro rimangono quì semplici e trasparenti tanto nella produzione quanto nella distribuzione".(K.Marx Il Capitale I pag 90-91.Ed.Riuniti pag 111)
Assumendo l'ora di lavoro socialmente necessario come unità di conto della società comunista,essa sarà in grado di comprendere(abbracciare) tutte le categorie della produzione e della distribuzione.L'unità oraria di lavoro deve essere così applicabile alla quantità di consumo,alla quantità della riproduzione ed alla espansione quantitativa delle forze produttive.Ogni impresa deve determinare il numero di ore di lavoro che le occorrono,in modo che esse possano essere rimpiazzate nelle stesse qunatità.Il computo che utilizza le ore di lavoro non è difficile come tutti i suoi presupposti che hanno tuttavia costituito il computo dei costi da parte dei capitalisti.In particolare,il processo di razionalizzazione del capitalismo ha sviluppato metodi di calcolo che sono riusciti a prendere in considerazione il prezzo di costo sia come un intero sia nei più sottili particolari;e mentre questi metodi di computo sono rapportati oggi al comune denominatore del denaro,la loro conversione nell'ora di lavoro non comporta alcuna difficoltà.
La formula della produzione di ogni impresa,come quella della società nel suo complesso,è molto semplice.Tuttavia l'abbiamo espressa nel seguente modo: mp + l = prodotto
Con l'ausilio dei mezzi di produzione,il lavoro umano produce una quantità di beni.Noi possimao distinguere due tipi diversi di mezzi di produzione: fissi e circolanti.Così ampliamo la nostra formula prendendo in esame questa distinzione.
mp + r + l
macchine ecc. materie prime ecc. forza - lavoro.
10.000 ore 70.000 ore 70.000 ore
Assumendo che queste configurazioni siano applicabili ad una fabbrica di scarpe :
mp + r + l = prodotto ---- 10.000 + 70.000 + 70.000 = 50.000 paia di scarpe in 150.000 ore di lavoro,oppure in media sono state consumate tre ore di lavoro per ogni paio.In questa formula della produzione abbiamo nello stesso tempo l'espressione della formula della riproduzione semplice.Abbiamo ricavato quante ore di lavoro sono state allontanate da questa fabbrica per la produzione di 50.000 paia di scarpe.Di conseguenza debbono essere reintegrate in essa lo stesso numero di ore di lavoro;e ciò che vale per la singola impresa vale per l'intera società,che di conseguenza non è altro che la somma di tutte le imprese.Il prodotto sociale complessivo è il prodotto di mp + r + l di tutte le imprese.Per distinguere la formula della produzione delle singole imprese da quella dell'intera società,utilizziamo per quest'ultima le lettere maiuscole.La formula del prodotto sociale (SP) quindi la consideriamo come : MP + R + L = SP.
Assumendo che MP (la somma di tutti i mezzi di produzione) ammonti a 100 milioni di ore di lavoro,il corrispondente fattore di somma R ammonti a 600 milioni ed il tempo di lavoro assuma lo stesso valore di 600 milioni,otteniamo il seguente risultato per quanto riguarda il prodotto totale: MP + R + L = 100 + 600 + 600 = 1300.
Del prodotto totale di 1300 milioni di ore di lavoro,in condizioni di riproduzione semplice,(ad esempio quando non è necessaria una espansione della produzione),assumiamo che 600 milioni di ore di lavoro vengono trasferite ai consumatori sottoforma di beni di consumo.
L'applicazione dell'ora di lavoro medio come unità di conto presuppone l'esistenza dei consigli dei lavoratori (soviets).Ogni impresa si manifesta come un'unità indipendente ed è allo stesso tempo,come dimostreremo in seguito,collegata a tutte le altre imprese.Ogni fabbrica,come risultato della divisione del alvoro,possiede determinati prodotti finiti.Con l'ausilio della formula della produzione mp + r + l ogni impresa piò calcolare il tempo di lavoro incorporato nei suoi prodotti finiti.Nella fabbrica di scarpe presa ad esempio,il prodotto finito (un paio di scarpe) contiene in media tre ore di lavoro.Questa media può essere rilevata per ogni prodotto di ogni singola impresa.Il prodotto finito di un' impresa, a meno che non sia destinato al consumo individuale,enrta in un'altra impresa sottoforma di mp o di r ,e questa a sua volta calcola il numero di ore-lavoro nei suoi prodotti finiti.La stessa cosa si ripete in tutti i luoghi di produzione,senza considerare le quantità ed il tipo di prodotti.Quando le imprese individuali hanno determinato il tempo di lavoro medio contenuto nei loro prodotti,resta ancora da valutare la media sociale.Tutte le imprese della stessa natura,per esempio quelle che producono lo stesso tipo di prodotti,devono entrare in rapporto con tutte le altre.Dalle imprese individuali di una determinata branca di industria,inm un determinato territorio,sarà calcolata la media totale di tutte le medie date per queste imprese (media delle medie).Per fare un esempio concreto :se 100 fabbriche di scarpe lavorano in media 3 ore,altre 100 con una media di due ore,allora la media generale per un paio di scarpe sarà di 2 ore e 1/2 .Le varie medie derivano dalla produttività media delle imprese individuali.Però queste sono condizioni ereditate dal capitalismo e le differenze di produttività spariranno lentamente,nel frattempo il deficit di un'impresa sarà compensato grazie al surplus delle altre.Tuttavia per quanto riguarda la società esiste solo la produttività sociale media.La determinazione del tempo di lavoro sociale medio richiede la cartellizzazione delle imprese individuali.La differenza tra il tempo di lavoro medio della fabbrica e quello sociale va ad esaurirsi nella produzione in condizioni di cartello.
Il tempo di lavoro sociale medio diminuisce con lo sviluppo della produttività del lavoro.Se il prodotto così "deprezzato" è destinato al consumo individuale,esso entra nel consumo con questo valore medio ridotto.Se esso è un prodotto finito utilizzato da altre imprese come mezzo di produzione,allora diminuirà il consumo di mp + r per quueste imprese,i "costi" di produzione diminuiscono e di conseguenza si riduce il tempo di lavoro medio per i prodotti di queste imprese.Il fattore di compensazione per le variazioni causate in tal modo si riduce ad un puro problema tecnico che non presenta particolari difficoltà.Se viene assunta l'ora di lavoro come unità di misura della produzione,essa deve essere applicabile nello stesso modo alla distribuzione.Una esposizione molto chiara su questo tema ci viene data da Marx:(Critica al programma di Gotha pag 16 ed. Feltrinelli 1968)
"Ciò che il produttore ha dato alla società è la sua quantità di lavoro individuale.Per esempio:la giornata di lavoro sociale consta nella somma delle ore di lavoro individuale;il tempo di lavoro individuale del singolo produttore è la parte di giornata di lavoro sociale conferita da lui,la sua partecipazione alla giornata di lavoro sociale.Egli riceve dalla società uno scontrino da cui risulta che egli ha prestato tanto lavoro (dopo la detrazione del suo lavoro per i fondi comuni),e con questo scontrino egli ritira dal fondo sociale tanti mezzi di consumo quanto equivale a un lavoro corrispondente.La stessa quantità di lavoro che egli ha dato alla società in una forma,la riceve in un'altra."
La specializzazione del lavoro rende necessaria l'utilizzazione di una sorta di certificati corrispondenti al numero di ore di lavoro che egli ha effettuato.Questi certificati possono essere definiti moneta-lavoro,tuttavia essi non rappresentano in tutto il denaro nel senso capitalistico."I produttori",scrive Marx,"possono eventualmente ricevere degli scontrini per mezzo dei quali possono ritirare dai rifornimenti sociali di beni di consumo un quantitativo corrispondente al loro tempo di lavoro.Questi scontrini non corrispondono al denaro.Non possono circolare."(Il Capitale vol. II° pag 374 Ed Riuniti).
Tuttavia i lavoratori non possono ricevere l'intero prodotto del loro lavoro.Il tempo di lavoro non è la misura diretta per la parte del prodotto sociale destinata al consumo individuale.Come Marx continua a spiegare:
"Possiamo assumere il termine "profitti di lavoro" nel senso del prodotto del lavoro,di conseguenza i profitti del lavoro sociale sono il prodotto sociale totale.
Ma da ciò se ne deve dedurre:primo,il rimborso per il rimpiazzo dei mezzi di produzione consumati;secondo,una parte addizionale per l'espansione della produzione;terzo,fondi di riserva o di assicurazione per provvedere in caso di avversità ,contrasti causati da eventi naturali, e così via."
Rimane l'altra parte del prodotto totale che è destinata a servire in definitiva come mezzi di consumo.Ma prima che questa possa andare al consumo individuale occorre ancora sottrarre ad essa:primo,i costi generali dell'amministrazione che non fanno parte della produzione;secondo,ciò che deve essere destinato alla soddisfazione dei bisogni comuni,come le scuole,ospedali,servizi ecc.;terzo,fondi destinati agli inabili al lavoro ecc.;in ultimo,ciò che concerne la definizione dell'attuale rilievo della cosiddetta povertà ufficiale.(Critica al programma di Gotha pag. 15).
Quelle istituzioni che non producono beni materiali (strutture culturali e sociali) e che tuttavia partecipano al consumo sociale,possono essere annoverate tra le imprese.I loro servizi vengono trasferiti all'interno della società senza ritardi,la produzione e la distribuzione sono,in questo caso,un tutt'uno.Nel caso di queste imprese,l'obiettivo finale del comunismo,il "prendere a seconda del bisogno",è tuttavia realizzato;la loro distribuzione non è governata da criteri economici.Noi chiamiamo queste "imprese pubbliche" o imprese di lavoro sociale generale (GSL).Nel comunismo il computo è complicato dall'esistenza di queste imprese GSL proprio come nel caso in cui vi siano delle produttività diverse tra le singole imprese.Tutto ciò che consumano le imprese pubbliche deve essere prelevato dalle riserve delle imprese produttive.
Tornando alla nostra formula della produzione della società nel suo complesso: (MP + R) + L= massa dei prodotti,
oppure (100 + 600 ) + 600 milioni di ore di lavoro . MP ed R devono essere riprodotti,della massa totale dei prodotti rimangono 600 milioni di ore di lavoro. Le imprese GSL prendono da questi 600 milioni i loro mezzi di produzione e le materie prime.Di conseguenza occorre conoscere il consumo totale di queste imprese pubbliche.Se indichiamo i mezzi di produzione delle imprese pubbliche come MPs,le materie prime come Rs e la forza lavoro come Ls,otteniamo l'intero bilancio complessivo per GSL: (MPs + Rs) + Ls = servizi di GSL, (per esempio 58 milioni + 50 milioni = 108 milioni di ore lavoro).Dei 600 milioni di ore di lavoro da consumare,58 milioni devono essere dedotte per MPs ed Rs delle imprese GSL.Rimangono 542 milioni di ore lavoro per il consumo individuale di tutti i lavoratori.Nelle imprese produttive gli operai venivano utilizzati 600 milioni di ore e nelle imprese GSL vengono utilizzate 50 milioni di ore.
Di conseguenza del prodotto totale della forza lavoro risulta disponibile per il consumo individuale solo 542/650 oppure l' 83% .Definiamo questa proporzione come "fattore di consumo individuale"(FIC).La formula per il FIC è
L - (MPs + Rs)
----------------------- Oppure utilizzando i valori assunti nel nostro esempio:
L + Ls
600 milioni - 58 milioni = 542 milioni
---------------------------------------------------- = 0,83
600 milioni + 50 milioni = 650 milioni
Se un operaio ha lavorato 40 ore,egli riceve un certificato monetario di lavoro dell'ammontare di 0,83 x 40 = 33,2 che egli scambia con quegli articoli che preferisce.Questo calcolo è possibile poichè tutte le imprese fanno un resoconto dei loro consumi in mp ,r ed l.La contabilità sociale generale,che registra tutti i prodotti,ha a sua disposizione tutti i dati necessari per determinare i fattori di pagamento ,precisamente L,MPs,Rs ed Ls,che risultano dalla semplice somma nella contabilità corrente.Nelle imprese GSL,il "prendere secondo i bisogni",come abbiamo visto,era già realizzato.Con lo sviluppo del comunismo,questo genere di imprese ricevono in maniera sempre crescente beni di consumo,abitazioni, trasporti ecc.Più la società cresce in questa direzione più un numero maggiore di imprese vengono trasformate nel tipo GSL,le ultime in cui ci sarà il lavoro individuale come misura del consumo individuale.Questa tendenza serve per illustrare lo sviluppo generale della società comunista.Con lo sviluppo del comunismo,cambia la contabilità per quanto riguarda il FIC.Le varie imprese,come in un impianto per la produzione di energia elettrica,lavorano in parte per il consumo individuale ed in parte per fini esclusivamente produttivi.
Per riferirci al nostro esempio;se i consumatori ora vengono riforniti di elettricità senza spese,l'impianto per la produzione di energia elettrica appartiene ad un nuovo tipo di imprese.Per fare la contabilità di queste finalità della produzione,queste imprese miste devono essere incluse sia in quelle di tipo produttivo sia in quelle di tipo GSL.Questo impianto per la produzione di elettricità deve ricevere indietro dal FIC la distribuzione di corrente,espressa in ore di lavoro,destinata al consumo individuale.La somma di tutte queste quantità di tutte le imprese miste ci da il deficit che deve essere compensato dal FIC.Se chiamiamo questa quantità deficit generale (D) avremo la nuova formula della produzione:
L - (MPs + Rs) - D
FIC = -------------------------
L + Ls
Quì sono possibili un certo numero di variazioni,dipende se annoveriamo le imprese miste in quelle pubbliche o in quelle produttive oppure le siddividiamo tra le due.Ma queste variazioni non intaccano la chiarezza di una visione generale.
Quando è stato stabilito il rapporto tra produttore e prodotto,il problema del raggruppamento delle imprese in modo verticale oppure in modo orizzontale diventa una soluzione tecnica che,da un punto di vista economico,non presenta alcuna difficoltà.Anche la distribuzione,come la produzione stessa,è un problema sociale Le "spese" della distribuzione sono incluse nei bilanci generali delle GSL:ciò equivale a dire che gli organi della distribuzione sono imprese del tipo GSL e che tengono la loro contabilità nello stesso modo secondo la formula mp + r + l.
Le condizioni della riproduzione semplice,con cui abbiamo lavorato sino ad ora,dopotutto sono solo una assunzione metodologica utilizzata per amore di semplicità e non hanno fondamento nella società attuale.Il progresso umano richiede l'espansione delle forze produttive;il processo di riproduzione deve essere realizzato su vasta scala.Nel capitalismo questo processo,che procede in termini di accumulazione del capitale,consiste nella funzione individuale delle varie imprese capitaliste.Nel comunismo,però,esso è una funzione sociale.Una parte del prodotto sociale viene ora utilizzata per l'ulteriore espansione dell'apparato produttivo.Tuttavia se questa riproduzione allargata deve essere una azione cosciente,è necessario conoscere il tempo di lavoro sociale necessario per una riproduzione semplice.La formula della riproduzione semplice è: MP + R + L.Se l'apparato materiale della produzione deve essere espanso del 10%,una massa di prodotti pari a questo ammontare deve essere sottratta al consumo individuale.Quando questa "accumulazione" si è completata,la produzione procede in accordo con la formula (MP + R) + L.Tuttavia abbiamo visto che il prodotto sociale è completamente utilizzato dalla società quando il consumo individuale procede secondo la formula:
L - (MPs + Rs)
FIC = ---------------------
L + Ls
Questo consumo individuale deve ora essere ulteriormente diminuito di 0,1 (MP + R).Nel caso di una espansione della produzione del 10%,allora avremo la formula:
L - 0,1 (MP + R) - ( MPs + Rs)
FIC = ------------------------------------------
L + Ls
Questa formula generale non sostituisce la soluzione concreta del problema nella realtà attuale, ma dobbiamo accontentarci di essa relativamente allo scopo di questo testo e riferendoci semplicemente di nuovo a Marx:"Se si immagina la società non capitalista ma comunista,innanzitutto cessa interamente il capitale monetario,dunque anche i travestimenti delle transazioni che per suo mezzo si introducono.La cosa si riduce semplicemente a ciò,che la società deve calcolare inb precedenza quanto lavoro,mezzi di produzione e mezzi di sussistenza essa può adoperare,senza danno,in branche le quali,come la costruzione di ferrovie ad es.,per un tempo piuttosto lungo,un anno o più,non forniscono nè mezzi di produzione nè mezzi di sussistenza,nè un altro qualsiasi effetto utile,ma al contrario sottraggono alla produzione totale annua lavoro,mezzi di produzione e mezzi di sussistenza.(Il Capitale vol II° pag361 (331).
Prendiamo in considerazione questo esempio.Se diviene necessaria la costruzione di una ferrovia,il lavoro inglobato appartiene alla parte GSL della produzione sociale.Se essa consuma,per es.tre anni di lavoro,che corrispondono ad un certo numero di ore di lavoro,questa somma viene dedotta annualmente dal fattore di consumo individuale ( FIC ) addebitandola alla contabilità di GSL.
Nei rapporti tra le imprese individuali diviene superfluo il tempo di lavoro sottoforma di denaro.Quando un'impresa consegna i suoi prodotti finiti,ha determinato la confluenza di mp + r + l ore di lavoro nella catena più grande dei lavori sociali parziali.Queste devono essere restituite alle varie imprese nella stessa quantità sottoforma di altri prodotti finiti.Il lavoro in forma di denaro è valido solo per il consumo individuale.Poichè un numero crescente di imprese viene posto nella produzione di tipo GSL,la distribuzione sottoforma di moneta-lavoro tende a decrescere e si procede velocemente verso la sua abolizione.L'obiettivo della contabilità sociale consiste nel fissare il fattore di consumo individuale.Nella contabilità sociale il termine L sta nella parte dei crediti;MPs,Rs ed Ls staranno nei debiti.Marx afferma che :"Contabilità come controllo e sommatoria astratta del processo economico divengono più necessarie con l'estensione delle funzioni del processo su scala sociale e perdono il loro carattere puramente individuale.Se,tuttavia,è più necessario nella produzione capitalistica che nell'artigianato diffuso e nella produzione agricola è ancora più necessario nel lavoro sociale che nella produzione capitalista".Questa contabilità nel comunismo è semplicemente contabilità e nient'altro.Essa è il punto centrale del processo economico,ma non ha potere sui produttori o sulle imprese individuali.La contabilità sociale è essa stessa un impresa di tipo GSL.Le sue funzioni sono:la registrazione della produzione di beni,collocare il FIC,le spese del tempo di lavoro monetario,il controllo sulla produzione e la distribuzione.Il controllo del processo lavorativo è puramente di tipo tecnico e viene esercitato dalla singola impresa per se stessa.Il controllo esercitato dalla contabilità sociale si manifesta solo quando si prendono in considerazione tutti i beni ricevuti e quelli in uscita dalle imprese individuali per controllare la loro produttività.
Nella società dei produttori liberi ed eguali,il controllo della produzione non si manifesta attraverso delle persone o delle autorità,ma procede attraverso la pubblica registrazione degli obiettivi nel corso del processo produttivo;ciò consiste nel fatto che la produzione viene controllata grazie alla riproduzione.
Le diverese organizzazioni delle industrie trasferiscono il loro bilanci di produzione alle imprese che tengono la contabilità sociale.Da tutti i bilanci di produzione ne risulta l'inventario sociale.I prodotti fluiscono alle imprese in una determinata forma,da queste vongono distribuiti nuovi prodotti sottoforma diversa.Questo trasferimento di beni viene registrato nella contabilità sociale generale da una girata,cosicchè il debito ed il credito di ogni impresa particolare può essere sotto gli occhi di tutti.Tutto ciò che un'impresa consuma nel suo processo produttivo sottoforma di mezzi di produzione,materie prime o costo del lavoro,appare nella parte dei debiti;tutto ciò che fluisce nella società sottoforma di prodotti compare come un credito.Queste due voci devono essere continuamente colmate l'una dall'altra,rivelando,in tal modo,se,e a quale livello di estensione, il processo produttivo procede in modo armonico.Il deficit o le eccedenze dell'impresa divengono rilevabili e possono essere corretti.Se una impresa risulta incapace di mantenere la sua produttività,se tale produttività diminuisce,allora le altre imprese,anche se lavorano a livelli superiori al tempo di produzione s.m.,non possono colmare le sue carenze.L'impresa che comparata alle altre risulta improduttiva è incapace di riprodurre se stessa,la cattiva funzionalità della stessa diviene immediatamente visibile,quindi la società può porvi rimedio.Il controllo delle imprese GSL procede parallelamente in parte con quelle di tipo produttivo.Ciò risulta dalla produzione materiale,dalla registrazione degli articoli trasferiti ad esse e le ricevute della moneta-lavoro.Il prodotto delle imprese GSL,tuttavia,entra nella società "gratuitamente",cosicchè nella contabilità di queste imprese deve essere necessariamente presente il fattore del credito.Il controllo della loro produttività sarà probabilmente possibile solo con l'aiuto delle indagini comparative.
Mentre nel capitalismo la categoria del tempo di lavoro s.m. è dipendente dal"valore",nel comunismo è solamente una questione di lavoro incorporato nei beni prodotti.Inoltre,mentre nel capitalismo la produttività sociale deve essere regolata dal mercato,che implica uno spreco gigantesco delle forze produttive sociali,nel comunismo la diminuzione del tempo di produzione s.m. è un atto cosciente regolato a livello sociale.Esso conduce alla diminuzione generalizzata dei tempi di produzione.Se per esempio un'impresa ha stimato i suoi mezzi di produzione in 100.000 ore di lavoro ed ipotizziamo che questi strumenti abbiano una vita media di dieci anni,allora ogni anno ai prodotti di quest'impresa devono essere sommate 10.000 ore di lavoro.Se il tempo di riproduzione s.m. dei mezzi di produzione utilizzati in quest'impresa diminuisce,allora nel suo processo di riproduzione si possono utilizzare i macchinari in modo migliore o più intensamente,in tal modo aumenta la sua produttività che in pratica significa espandere l'apparato produttivo senza l'utilizzazione di lavoro-extra.I tempi di produzione di questa impresa sono cambiati.Poichè deve essere rispettato il tampo di riproduzione s.m.,l'unico cambiamento risiede nel fattore produttività di quest'impresa.Il tempo di produzione s.m. del cartello in cui l'impresa è collegata ad altre,rimane,come tempo di riproduzione,sempre lo stesso,allora i mezzi di produzione si distribuiscono per lo più in un flusso continuo verso tutte le altre imprese.Il tempo di riproduzione ora più basso nel processo di produzione si armonizza sempre di più con i tempi di riproduzione s.m.
Per riassumere,si può affermare che:
"La base del tempo di riproduzione s.m. è l'ora di lavoro s.m. Tuttavia questo fattore è ancora valido nel capitalismo.Anche oggi le differenze individuali non trovano espressione nelle merci,a favore del prodotto convertito sul mercato in denaro;cioè trasformato in merce generale grazie alla quale vengono abolite tutte le differenze individuali.Nel comunismo è il tempo di riproduzione s.m. che comprende al suo interno tutte le differenze individuali dei lavoratori,manuali ed intellettuali, più o meno esperti,più o meno capaci.Il tempo di riproduzione s.m. di conseguenza è qualcosa che come tale non esiste nel senso di qualcosa di speciale.Come le leggi della natura che mettono semplicemente in evidenza ciò che è generale nei fenomeni particolari,non esistendo attualmente l'ora di lavoro s.m. come norma applicata,e non facendo parte del senso comune,essa incarna ciò che è generale tra le enormi diversità presenti nelle interazioni materiali della società".